Abruzzo e Gran Sasso

Quest’anno abbiamo deciso di organizzare un piccolo tour di 5 giorni sul Gran Sasso, visitando anche L’Aquila e qualche paese dei dintorni.

Piccola nota di viaggio: per arrivare al Gran Sasso abbiamo fatto l’autostrada Roma-L’Aquila, che passa proprio a Tivoli. Abbiamo approfittato per fare una sosta, visitando sia i resti romani della villa Adriana, sia la cinquecentesca villa d’Este, famosa per i suoi vasti giardini con molte fontane e giochi d’acqua. Entrambi patrimonio UNESCO, direi che la visita della villa d’Este è più piacevole per la maggior freschezza del luogo in estate e i giardini sono veramente molto belli, mentre nel complesso della villa Adriana purtroppo non sono rimasti molti edifici e statue integre, diciamo che se avete visitato Pompei o Ostia antica non rimarrete a bocca aperta.

Per l’alloggio abbiamo trovato una comoda pensione a Isola del Gran Sasso, dall’altra parte del tunnel rispetto a L’Aquila. L’alternativa è cercare qualcosa a L’Aquila o dintorni. Diciamo che a prima vista è diverso da come ci aspettavamo un paese di montagna: un po’ perché è a quota abbastanza bassa, circa 400 m, un po’ perché la parte più nuova del paese è dominata dal moderno santuario di San Gabriele. È stato interessante comunque parlare con qualcuno del posto, che ci raccontava soprattutto di come era la vita prima della costrizione del tunnel negli anni ’80. L’Aquila infatti ora è vicinissima, a 20 minuti di auto, ma senza il tunnel si doveva passare da Campo Imperatore a 1800 m di altezza, impiegando più di 2 ore. Teramo era quindi relativamente più vicina all’epoca. Da notare che il tunnel del Gran Sasso, lungo 10 km, è il tunnel a doppia canna più lungo d’Europa, attraversa il Gran Sasso sotto 1200 m di roccia e dalla canna in direzione Roma è presente uno svincolo per accedere ai laboratori sotterranei dell’INFN. Ci raccontano poi che tutta la zona a est del Gran Sasso è stata risparmiata dal terremoto de L’Aquila del 6 Aprile 2009, che invece ha colpito tutti i paesi a ovest della montagna. La parte a est invece è generalmente caratterizzata da precipitazioni nevose abbondanti, a causa delle nuvole cariche di umidità provenienti dal mare a est che si scontrano con i monti, e in particolare nell’inverno 2016-2017 ci furono più di 3 metri di neve che lasciarono isolati e senza corrente tutti i paesi della zona. C’e’ stata poi consigliata la visita della vicina abbazia medievale di San Giovanni ad Insulam, visitabile su prenotazione alcuni giorni grazie a dei volontari. Anche uno sguardo dall’esterno merita per questa bella chiesa medievale.

La prima mattinata a disposizione siamo saliti con l’auto sull’altopiano di Campo Imperatore, salendo dal lato di Castelli, più lungo ma più panoramico. La strada si inerpica attraverso un bosco di faggi, panorama caratteristico dell’appennino. Si passa vicino a Rigopiano, luogo della purtroppo famosa tragedia dell’hotel travolto da una slavina il 18 Gennaio 2017. Salendo ancora ci meravigliamo di come sia selvaggio questo versante, con la totale assenza di paesi lungo gli svariati chilometri di strada. A un certo punto, il bosco finisce e la strada spiana. Si apre un prato immenso, incorniciato dalle cime dei monti, la strada diritta con poche curve. Un panorama così, anche se ne avevi letto e avevi visto delle foto, non te lo aspetteresti mai in Italia. L’altopiano di Campo Imperatore viene chiamato infatti piccolo Tibet d’Italia, situato a una quota media di 1800 m, lungo 18 km e largo 8 km. Complice anche la stagione secca, a me sembra un po’ di essere in Perù, solo che al posto di lama e alpaca ci sono cavalli e pecore. Sopra l’altopiano ci sono molte aree di sosta libera e moltissimi camper, dev’essere bello passare la notte sotto le stelle quassù. Una prima area di sosta, con alcune passeggiate facili, è alla Fonte Vetica. Noi proseguiamo invece per Campo Imperatore, da cui partono diversi sentieri più o meno impegnativi. Il nostro obiettivo è la cima più alta del Gran Sasso e dell’Appennino, il Corno Grande (2912 m). La durata del percorso, andata e ritorno, è di circa 5 ore, mentre il dislivello da fare 900 metri. Esistono 3 percorsi per salire: la via Normale, per escursionisti esperti (EE), la prima parte facile, l’ultimo pezzo più ripido e roccioso, noi lo abbiamo fatto per scendere; la via delle creste, segue la via Normale per la prima parte, poi sale dalla cresta ovest, presentando tratti esposti di difficoltà alpinistica di I grado; la via Direttissima, da dove siamo saliti noi, si prende a un certo punto un bivio sulla destra e si va a salire la ripida parete rocciosa del Corno Grande, passando prevalentemente in un canale roccioso, con passaggi su rocce di difficoltà alpinistiche di I e II grado e tratti esposti (attenzione, da fare solo se si è molto pratici di montagna e avete qualche base di arrampicata su roccia!). Il panorama dalla vetta abbraccia tutto l’altopiano di Campo Imperatore, e nei giorni limpidi permette di arrivare fino al mare.

Il giorno seguente, per riposarsi dall’escursione sul Gran Sasso, abbiamo deciso di visitare L’Aquila, sia per vedere i suoi monumenti che sono stati recentemente restaurati a seguito dei danni subiti durante il terremoto del 6 Aprile 2009, sia per vedere lo stato della città dopo 11 anni dal terremoto e renderci conto di come stanno le cose dopo averne sentito parlare tanto in televisione. Ci aspettavamo purtroppo di trovare una città ancora abbastanza disabitata, mentre invece siamo rimasti piacevolmente sorpresi. Entrando in città dalla zona del Forte Spagnolo e percorrendo Corso Vittorio Emanuele, ci sono moltissimi negozi, ristoranti e bar aperti, e il corso si affolla nel pomeriggio: la città torna a vivere. Possiamo visitare la bella Basilica di San Bernardino, riaperta nel 2015, e poi raggiungere piazza del Duomo per visitare la chiesa di Santa Maria del Suffragio, riaperta nel 2018 e uno dei simboli del terremoto, a causa della sua cupola crollata e ora completamente restaurata. Il duomo invece è sempre chiuso, e constatiamo che anche molti palazzi nei quartieri dietro al duomo, interi isolati, sono sempre nella fase di ricostruzione o addirittura sempre puntellati in attesa dell’inizio dei lavori. Il panorama della città, da questa parte, è ancora costellato di gru e sembra un immenso cantiere. Molte anche le case appena risistemate ma ancora disabitate purtroppo, ci vorranno ancora diversi anni per vedere la città tornare come prima. Annoto altri due posti da visitare camminando un po’ fuori dal centro storico, la particolarissima fontana delle 99 Cannelle, e la bella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, pure questa riaperta nel 2017 dopo un lungo lavoro di consolidamento e restauro.

Nel pomeriggio dello stesso giorno siamo andati a visitare anche la Rocca di Calascio. Si trova a circa un’ora da L’Aquila, andando verso l’altopiano di Campo Imperatore. Il castello, di origine medievale, situato a 1460 metri di quota, è tra i più alti d’Italia. Situato su un alto colle a cui si accende con una ripida strada (accesso solo tramite bus navetta) e dopo una breve camminata, domina da un lato la valle del Tirino da un lato e l’altopiano di Campo Imperatore e di Navelli dall’altro. La posizione era strategica per controllare le vie dei commerci e la transumanza dei pastori nelle valli abruzzesi. Vicino al castello si trovano i resti dell’antico borgo medievale, distrutto da un terremoto nel 1703, mentre vicino c’è la chiesa di Santa Maria della Pietà, eretta nel 1596 nel luogo dove la popolazione ebbe la meglio contro una banda di briganti. Questi sono luoghi da visitare in tranquillità, lasciandosi trasportare dalla loro armonia con la natura. La chiesa di forma ottagonale è incorniciata dai prati di Campo Imperatore, con il corno grande sullo sfondo. La rocca, aspra, si erge a dominare la vallata.

L’ultimo giorno abbiamo fatto invece un’altra piccola escursione, partendo da Prati di Tivo si imbocca un facile sentiero che in circa 1 ora porta alle cascate del Rio Arno. Abbiamo proseguito poi per un’altra ora lungo il sentiero Italia 100 che porta in un vallone di origine glaciale, in un ambiente naturale e montano meraviglioso. Continuando un altro paio d’ore si arriverebbe fino a Campo Imperatore, dall’altro versante, ma per oggi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e torniamo indietro.

Il giorno della partenza abbiamo deciso di deviare verso il famoso lago di Campotosto. Molto famoso e rinomato, lungo le sue rive ci sono molti campeggiatori, sia in camper che tenda, in quanto il campeggio libero è permesso. A parte questo però, non lo ho trovato particolarmente bello. La deviazione però ci ha permesso di fare una strada alternativa, proseguendo in direzione Rieti e attraversando le zone montuose situate tra Abruzzo e Lazio. Senza accorgercene siamo arrivati ad Amatrice, e attraversiamo quel che resta del centro di questo paese colpito dal terremoto del 24 Agosto 2016. In periferia ci sono diverse case risistemate o rimaste in piedi, poi le casette provvisorie per i terremotati, mentre invece del centro storico non è rimasto più niente, la strada passa stretta tra 2 barriere di cemento e una camionetta dell’esercito veglia sulle rovine. Qui purtroppo la ricostruzione è ancora lontana.

Continuando la strada sconfiniamo in Umbria, ci vorremmo fermare alle cascate delle Marmore, ma sono troppo affollate, allora proseguiamo verso la nostra prossima deviazione, la città medievale di Viterbo. Visitiamo il palazzo dei Papi, facciamo un giro veloce per il centro e ripartiamo, questa volta la vacanza è finita.